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Vincenzo Consolo
Vincenzo Consolo è considerato oggi come uno tra i più importanti scrittori italiani.
Nato a Sant’Agata di Militello (provincia di Messina) il 18 febbraio 1933, studia alla facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano ma si laurea – dopo un’interruzione per il servizio militare – con una tesi in filosofia del diritto, all’Università di Messina. Seguono alcuni anni dedicati a vari lavori, tra cui l’insegnamento in scuole sperdute della provincia. Elio Vittorini e Italo Calvino lo sollecitano al trasferimento a Milano, con l’obiettivo di studiare la nuova realtà italiana, la seconda rivoluzione industriale, il processo di inglobamento di masse meridionali. Leonardo Sciascia lo incoraggia, il poeta Lucio Piccolo (cugino di Tomasi di Lampedusa) lo frena, ma prevale la necessità di conoscere il nuovo mondo: nel ’68 vince un concorso e prende servizio alla sede di Milano della RAI.
Il suo esordio, avviene qualche anno prima, nel 1963, con La ferita dell’aprile (Mondadori), ma si rivela pienamente al grande pubblico con Il sorriso dell’ignoto marinaio (Einaudi 1976 – Mondadori 1997). I suoi libri più recenti sono Lunaria (Einaudi 1985 – Mondadori 1996), Retablo (Sellerio 1987 – Mondadori 1992), Le pietre di Pantalica (Mondadori 1989), Nottetempo, casa per casa (Mondadori 1992) con cui ha vinto il Premio Strega 1992, e L’olivo e l’olivastro (Mondadori 1994). Nel 1994 vince il Premio Internazionale Unione Latina per l'insieme della sua opera. E' inoltre autore di saggi e di un testo teatrale, la tragedia Catarsi. I suoi libri sono stati tradotti in francese, tedesco, inglese, spagnolo, portoghese, olandese e rumeno. Legato indissolubilmente alla Sicilia e ai suoi antichi racconti, vive e lavora a Milano, collaborando con giornali e riviste.
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