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Renato Curcio
Nato a Monterotondo il 23 settembre 1941, Renato Curcio è stato fondatore delle Brigate Rosse, lo storico gruppo militante di lotta politica attivo in Italia negli anni Settanta resosi responsabile di numerose azioni sovversive e anche criminali nei confronti dello Stato. Nasce da una relazione extraconiugale tra Jolanda Curcio e Renato Zampa, fratello del regista cinematografico Luigi, e per questo prende il cognome della madre. Vive un’infanzia difficile a causa dei lavori precari della madre, e viene segnato dalla morte dello zio Armando, operaio della Fiat ucciso nel 1945 da una rappresaglia del RSI. Trascorre la sua adolescenza tra Milano e Albenga, dove frequenta la militanza cattolica. È il 1962 quando si trasferisce a Trento per iscriversi alla storica facoltà di sociologia, dalla quale partiranno le mobilitazioni studentesche sessantottine. Lì incontra la sua futura moglie, Margherita “Mara” Cagol, e nel 1967 fonda insieme a lei un gruppo di studio, “Università Negativa”, in cui svolgono un lavoro di analisi e formazione teorica attraverso lo studio e la rilettura di testi ignorati dai corsi universitari e di autori come Che Guevara, Mao Tse Dong, Marcuse, Cabral. Entra poi a far parte della rivista “Lavoro Politico”, dalle cui pagine in questo periodo ancora prende posizione contro la lotta armata. Viene però segnato dai fatti di Avola del 2 dicembre 1968, in cui ci furono violenti scontri fra polizia e braccianti che manifestavano. Non si laurea per sua scelta politica, nonostante abbia completato tutti gli esami. Ai primi di Novembre del 1969, in piena contestazione studentesca, partecipa al famoso convegno di Chiavari all’hotel Stella Maris, che getta le basi per l’avvio della lotta armata in Italia, a cui prende parte anche un nucleo di appartenenti al Collettivo politico metropolitano di Milano, che l’anno successivo fonderà le Brigate Rosse. È il maggio del 1970 quando a Milano appaiono i primi volantini con la stella a cinque punte. Curcio resta alla guida delle “BR”, insieme alla moglie Mara e ad Alberto Franceschini fino al settembre del 1974, anno in cui viene arrestato la prima volta. Riesce ad evadere l’anno successivo grazie ad un’azione guidata dalla moglie, che però muore durante l’estate in un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine. All’inizio del ’76 Renato Curcio viene nuovamente arrestato, grazie all’infiltrazione all’interno dell’associazione di Silvano Girotto, passato alla storia come “Frate Mitra”. Renato Curcio è una figura di intellettuale complessa, segnata dal suo passato “sovversivo”; la permanenza in carcere non ha intaccato la sua sensibilità culturale e la sua capacità creativa. Oggi è direttore editoriale della cooperativa “Sensibili alle foglie”, ed ha scritto diversi libri sul precariato in Italia, tra cui “Il dominio flessibile”, “Il consumatore lavorato” e “L’azienda totale”.
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