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Maria Lai
Nata a Ulassai (Nuoro) nel 1919, paese inserito in un paesaggio scabro e minato da continue frane, Maria Lai si è formata, come artista, tra Roma (dove ha studiato con Mazzacurati e Prini) e Venezia, sotto la guida severa di Arturo Martini. Talento manifesto sin dalla giovinezza, ma di carattere schivo, la Lai ha esposto alle mostre con larghi intervalli di tempo. Dagli anni Settanta la Lai ha sviluppato un linguaggio originale nella produzione di tele cucite che generano scritture illeggibili e materiche, evocative di stati d’animo e di pensieri. La comunicazione con lo spettatore è affidata alle sensazioni che la trama descritta dai fili e il contatto con la stoffa suscitano, in un passaggio diretto dall’artefice al lettore-interlocutore. I libri di ceramica, invece, recano impressa la scrittura come una memoria di un gesto forte, che lascia il segno. A partire dagli anni Ottanta la sua ricerca artistica è stata rivolta soprattutto agli interventi sul paesaggio, su vasta scala, come l’azione Legarsi alla montagna del 1981 sulla quale Filiberto Menna scrisse delle pagine importanti, o di contenuto come l’installazione per il Museo dell’Olio a Farfa, vicino Rieti.
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