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La Stanza dell'Opra (2010)
E’ un viaggio che comincia molto lontano: nel 1943 sotto i bombardamenti, quando una famiglia di operanti pupari prese la sua valigia e invece di emigrare al Nord in cerca di fortuna, girò in lungo e largo nell’entroterra siciliano con un teatrino viaggiante. Oggi la storia di Mimmo Cuticchio, maestro dell’Opra dei pupi siciliani e della sua famiglia, entra all’Art Hotel Atelier sul mare e diventa la “Stanza dell’Opra”. Ed è con l’occhio incantato e innocente di un bambino che Mimmo Cuticchio, artista e uomo di teatro, la cui arte è diventata oggi Patrimonio dell’Umanità sotto l’egida dell’Unesco, racconta la sua infanzia piena di avventura e poesia, ma anche di stenti e sacrifici. Al centro della stanza dell’Art Hotel c’è un piccolo teatrino dei pupi, dietro il letto per dormire, ma anche a simboleggiare lo spazio dedicato al sonno che la famiglia Cuticchio ricavava, nei magazzini dove viveva, durante le lunghe tournée. Tra la stanza e il corridoio, simbolo di uno spazio tra la finzione e la realtà, tra privato e pubblico, c’è un sipario che si apre al visitatore di passaggio. L’ospite della Stanza dell’Opra potrà decidere se coinvolgerlo in questo gioco. Chi entra nella stanza è invitato a giocare: a saltare sul teatrino e manovrare i pupi, recitando personaggi contemporanei o quelli epici cavallereschi della tradizione. All’interno le opere di Pina Patti, mamma di Mimmo. In bagno due docce a rappresentare simbolicamente le due diverse fontane dell’epica cavalleresca: la fonte dell’amore e quella dello sdegno, dove si abbeveravano paladini e donzelle, innescando le avventure rocambolesche che sono giunte fino a noi.
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