Nel letto del fiume Romei, scavata in una parete del monte che lo delimita, c’è La stanza di barca d’oro, una realizzazione di straordinaria suggestione e bellezza del giapponese Hidetoshi Nagasawa, artista del silenzio. L’opera è una camera ipogea lucida e nera, da cui si percepiscono appena le voci della natura all’esterno. La stanza, circondata da lamiere metalliche, ospita il perimetro di una barca rivestita di foglie d’oro posta al centro, sospesa al soffitto e rovesciata, secondo una simbologia giapponese. Il suo albero maestro di marmo rosso la lega al pavimento. I colori e i materiali rinviano all’opus alchemico e al percorso iniziatico della materia, all’oro.Con spiritualità tutta orientale, Nagasawa ha pensato un’opera che, dopo essere stata chiusa alla vista (interrata), avrebbe comunque continuato ad esistere, ricordando all’uomo l’esistenza dello spirito.
La forza dell’opera sta nel togliere e niente in essa è casuale. Neanche il luogo: scavata nel fianco di una collina e in prossimità di un torrente (nell’antichità l’acqua era ritenuta la strada più sicura per spostarsi), l’opera sottolinea l’idea del viaggio attraverso la barca, che diventa un simbolo di vita e di ciò che c’è al di là di questa. La Stanza di barca d’oro è un insieme di suggestioni che attingono a piene mani dall’arte contemporanea, determinando un dialogo così perfetto tra arte e natura che non sarà più necessario vederla. L’opera concettuale è nata per essere sepolta, sigillandola con una porta e ricoprendola quindi di terra per far sì che essa potesse vivere, “solo attraverso l’energia mentale della memoria”. La possibilità, quindi, di realizzare un’opera che continui ad esistere senza che possa essere vista.